“Io amerei vivere su un pianeta tutto napoletano, perché so che ci starei bene, Napoli va presa come una città unica, molto intelligente, Napoli è troppo speciale, quindi non la possono capire tutti”
Marcello Mastroianni
Napoli, da ‘Via Toledo’ alla ‘Città Antica’ fino al ‘Centro Storico’
Napoli è fascino indiscusso, racchiuso nella celeberrima frase “vedi Napoli e poi muori” dello scrittore Goethe. E se lo scrive il globe trotter tedesco! Me ne rendo conto appena metto piede alla ‘Stazione Garibaldi’ di Napoli .
La ‘Stazione Garibaldi’ è il principale snodo ferroviario di Napoli , terzo in Italia per traffico passegeri. Consiste di un efficiente sistema metropolitano, della circumvesuviana e comprende anche gli stazionamenti di autobus e taxi. Si estende per 60 mila metri quadrati , ed è nata dal genio dell’architetto Dominique Perrault. Sotto il suo pergolato di acciaio con i suoi pannelli in teflon forato, si apre una galleria commerciale dove intrattenersi tra negozi e bar di ogni genere.
Da qui proseguo in direzione di ‘Via Toledo’ per dirigermi poi verso la ‘Città Antica’ e il ‘Centro Storico ‘ e perdermi a piedi per i tesori di queste zone meravigliose di Napoli . Venite con me ! Vi propongo delle cose da vedere che vi lasceranno a bocca aperta!
Metropolitana di Napoli, un museo a cielo aperto
Non è stato facile seguire un programma preciso per la mia vacanza in una metropoli come Napoli . C’è molto più di quello che immaginavo! E me ne sono accorta subito appena ho preso i mezzi pubblici!
Così la mia avventura a Napoli inizia dalla ‘Metropolitana di Napoli’ , un museo a cielo aperto al costo di un biglietto della metro! Essa è distribuita in nove fermate, ed è progettata sia per la mobilità pubblica che per il godimento dell’arte contemporanea. Clicca qui per sapere quali sono le altre fermate!
‘Fermata Toledo’ celebrata dal ‘Daily Telegraph‘ e dalla ‘CNN’
La mia prima fermata è quella di ‘Toledo’ , la stazione sotterranea più suggestiva d’Europa, celebrata dal ‘Daily Telegraph’ e dalla CNN! Oscar Tusquets Blanca è l’artefice di questa opera faraonica. La sua attrattiva principale è dovuta soprattutto alle pareti del livello più interrato rivestite dai mosaici azzurri in pietra e pasta vitrea. Questi sono stati fatti dall’africano William Kentridge , e raffigurano la tragedia di Ercolano e Pompei e la processione di San Gennaro.
Napoli sta giocando bene le sue carte in termini di accoglienza turistica. Una vera sfida dunque, che purtroppo ancora non è di certo vinta. Perché? A causa delle difficoltà economiche, della mancanza e del malfunzionamento delle infrastrutture. E principalmente di una mentalità un po’ baronale tipica del Meridione.
‘Via Toledo’, Napoli a festa
I raggi del primo sole penetrano nella mia suite ‘Posilipo’ dell’ ‘InCentrob&b’ in via Toledo 156 . Mi sembra di essere quasi in un film. Tutto un po’ surreale, forse perché non credo neppure io di essere finalmente a Napoli. Mi do una rinfrescata, indosso un vestito leggero, scarpe comode ed esco.
Faccio tutto con tranquillità, perché correre a Napoli non serve! C’è da fare colazione caffè , e mi consigliano il bistrò ‘Augustus’ in via Toledo, che serve le più buone tazzulelle e cafè dal 1927! Ordino il mio oro nero, un croissant al burro e osservo Napoli che si sta svegliando.
Storia di ‘Via Toledo’
‘InCentrob&b’ in via Toledo 156′ è un punto di partenza da cui iniziare per perdersi nel cuore della capitale partenopea. Proprio come facevano i grandi viaggiatori all’epoca del ‘Grand Tour’, che si spingevano nel nostro bel paese da Roma in giù per arricchire il loro bagaglio culturale.
‘Via Toledo’ è l’emblema della ricca enogastronomia regionale. Essa si snoda per ben 1,2 km , da ‘Piazza Dante’ fino a ‘Piazza Trieste e Trento’ . Senza essa dubbio rappresenta il centro dello shopping e del tran tran cittadino con i suoi bar e locali aperti fino a tarda notte. Come resistere ai ‘babbà’ , alle ‘sfogliatelle’ calde. Oppure al profumo del ‘pane cafone’ , appena sfornato e della rosticceria, che fa leale concorrenza a quella siciliana!
Miseria e nobiltà
Il viceré Pedro Álvarez de Toledo fu il promotore di ‘via Toledo’ nel 1536, e affidò i lavori agli architetti Ferdinando Manlio e Giovanni Benincasa. In ‘Via Toledo’ le boutique delle grandi firme alzano le saracinesche accanto ai negozietti di cianfrusaglie. La gente finemente vestita si alterna ai venditori ambulanti di calzini, che stanno lì pronti a mietere la loro prossima vittima.
Gli universitari e i pendolari si incamminano verso la vicina metro, nel cui sottopassaggio dormono clochard di tutte le razze. Le banche fasciste e rigorose nei decori sfornano dipendenti e clienti che vanno e vengono. Non c’è un ordine, ma quel caos ha un suo equilibrio. Napoli è unica proprio per questo. Perché è un mix di ricchezza e degrado, spalmati per quasi un milione di abitanti, tra cui un terzo sono quelli della sua stessa provincia e metà quelli dell’intera Campania!
6 Cosa da vedere in ‘Via Toledo’
‘Via Toledo’ è l’essenza stessa di Napoli nel suo prepotente contrasto tra miseria e nobiltà. La vitalità dei suoi vicoli poveri gremiti di ‘scugnizzi’ si alterna con gioielli architettonici inestimabili quali:
- ‘Palazzo Carafa di Maddaloni’ al n.46‘: Fu edificato nel XVI secolo dall’ architetto Cosimo Fanzago su iniziativa del Cesare d’Avalos, marchese del regno di Aragona . Appartenne per generazioni alla potentissima famiglia Carafa, che erano duchi del territorio di Maddaloni;
- ‘Palazzo Berio’ al n. 256 : Fu fatto nel XVI secolo da Giulio Romano, pupillo di Raffaello Sanzio, e restaurato in seguito da Carlo Vanvitelli su disegni di Luigi Vanvitelli e su commissione della famiglia dei Tomacelli. Prende il nome dal marchese Francesco Berio di Salsa, librettista d’opera lirica e poeta;
- ‘Palazzo Doria d’Angri’ in piazza VII Settembre: Realizzato dagli architetti Luigi Vanvitelli, Ferdinando Fuga , Mario Gioffredo e Carlo Vanvitelli nel XVIII secolo è un palazzo in stile neoclassico a uso residenziale. Fu commissionato da Marcantonio Doria per la sua famiglia;
- ‘Chiesa di S. Nicola alla Carità’: La chiesa fu fatta dagli architetti Onofrio Antonio Gisolfi, Cosimo Fanzago, e Francesco Solimena nel XVIII . In stile Barocco è sita tra ‘Piazza Carità’ e ‘Piazza Dante‘, ed è nota prevalentemente per il fatto che custodisce al suo interno opere eseguite dai maggiori pittori del Settecento Napoletano ;
- ‘Chiesa dello Spirito Santo’: Del XVII secolo questa chiesa venne costruita sotto la direzione di Pignaloso Cafaro e Giovanni Vincenzo Della Monica. Essa presenta una facciata Barocca sobria e imponente, dal cui corpo di fabbrica si eleva una delle più grandi ed eleganti cupole della città;
- ‘Galleria Umberto I’: Venne fatta in soli 3 anni dal 1887 e terminata nel 1890, nello stesso periodo stessi anni in cui, a Parigi, Gustave Eiffel realizzava la sua famosa ‘Torre Eiffel‘. In poco tempo essa divenne il centro mondano di Napoli. A oggi essa è caratterizzata da una struttura di ferro e vetro, la galleria è impreziosita da imponenti statue e affreschi, che rappresentano i continenti, le stagioni dell’anno e varie divinità classiche.
Tra i fasti dei vicini ‘Teatro Augusteo’ e ‘Teatro San Carlo’ e i rumori dei ‘Quartieri Spagnoli‘ , ‘Via Toledo’ è la folla dei colletti bianchi, che si affrettano addentando un calzone al volo prima di cominciare a lavorare! Sono in mezzo a un melting plot, a un quadro di Caravaggio . Una di quelle tele da porre nella ‘Galleria Zevallos’ , che a pochi passi dal mio ‘InCentrob&b’ , si erge imponente con la sua mostra dedicata alla ‘Scuola dei Pittori di Posillipo’ di Anton Sminck van Pitloo.
La ‘Città Antica’ di Napoli
La ‘Città Antica’ di Napoli è un viaggio nel tempo. Un labirinto di viuzze ciottolate e piazze pieni di tesori artistici e architettonici, tra i più belli della città che rimanda alle sue origini greco-romane.
La ‘Città Antica’ di Napoli si sviluppa su un tracciato di tre assi principali detti in latino ‘decumani’ che sono le strade principali che corrono da Est a Ovest . Queste a sua volta sono intersecate da arterie più strette chiamate ‘cardini’ , che corrono invece da da Est a Ovest.
Dove si trova la ‘Città Antica’ di Napoli?
La ‘Città Antica’ di Napoli è racchiusa tra ‘via Foria’ e ‘Corso Umberto’ da una parte e da ‘Via Toledo’ ‘Via Duomo’ dall’altra.
Trasuda di storia e si svela essere l’anima pulsante della metropoli partenopea, un groviglio tumultuante di baristi che gridano, edicole votive, palazzi nobiliari, ristoranti, pizzerie, locali alternativi, e laboratori di artigianato, dove curiosare e fare acquisti.
‘Spaccanapoli’
Ed è principalmente attraverso l’arteria nota come ‘Spaccanapoli’ che si possono ammirare le perle ‘Città Antica’ di Napoli . ‘Spaccanapoli’ è battezzata così perché è il decumano inferiore che taglia appunto in due l’urbe da ‘Via Benedetto Croce’ a ‘Forcella‘ (la migliore visuale per vedere la netta spaccatura si ha dalla ‘Certosa di San Martino’ e dal ‘Castel Sant’Elmo’).
Soprattutto ‘Spaccanapoli’ è la parte più verace di Napoli , affollata di b&b e piccoli alberghi, in cui Napoletani, turisti e motorini convivono e non sempre pacificamente! Qui ci si puo’ perdere , perché qui tutto puo’ accadere! Anche semplicemente scambiando due chiacchiere con un passante per caso, o alzando gli occhi alla volta celeste . Ed è per me l’essenza stessa del viaggio!
10 Cose da vedere a ‘Spaccanapoli’
1. ‘Piazza del Gesù Nuovo’
‘Piazza del Gesù Nuovo’ è un eccentrico punto di aggregazione di studenti, musicisti e viandanti. Uno slargo raffinato e irregolare di Napoli . Qui si possono contemplare due meraviglie del Barocco Napoletano:
- ‘Guglia dell’Immacolata’ : Questa grande costruzione di 30 metri risale all’epoca borbonica (i lavori cominciarono nel 1746) e fu resa possibile grazie ai fondi raccolti con una colletta popolare promossa dal predicatore Francesco Pepe, padre gesuita. Su progetto di Giuseppe Genuino parteciparono alla sua realizzazione gli scultori Matteo Bottiglieri e Francesco Pagano. Ogni 8 Dicembre , festa dell’ ‘Immacolata Concezione’ , un fascio di rose adorna la sua sommità;
- ‘Chiesa del Gesù Nuovo’: Eretta nel 1584, questa chiesa è caratterizzata da una mirabile facciata in bugnato di piperno a punta di piramide. I più influenti artisti della scuola napoletana hanno regalato a Napoli uno dei suoi più straordinari capolavori.
2. ‘Monastero di Santa Chiara’
Il ‘Monastero di Santa Chiara’ era inizialmente era una cappella di corte del re Roberto d’Angiò , edificata da Gagliardo Primario nel 1328 in solenne stile gotico . Per dare lustro al rango la si allargo con un convento per i frati Francescani , con un monastero per l’ordine di clausura delle Clarisse. Disgraziatamente un violento bombardamento del 1943 la distrusse per essere successivamente restaurata e preservata con molta pazienza.
‘Monastero di Santa Chiara’ comprende :
- Il celebre ‘Chiostro Maiolicato’ con i suoi affreschi;
- il ‘Museo dell’Opera’;
- La ‘Zona Archeologica ed il Presepe artistico del ‘700’.
3. ‘Piazza Domenico Maggiore’
‘Piazza Domenico Maggiore’ fa da cornice alla splendida chiesa omonima e all’obelisco del santo, richiesto dal popolo napoletano dopo la peste del 1656, durante la quale scompare ben due terzi di Napoli .
‘Piazza Domenico Maggiore’ è da dove si passa per recarsi alla famosa statua del ‘Cristo Velato’, nonché il luogo preferito di ritrovo dei Napoletani, allietata da artisti di strada , stranieri e anticonformisti. In zona merita una sosta la popolare pasticceria ‘Scaturchio’ . Inoltre si susseguono nella loro sontuosità delle mirabili dimore storiche. Tra queste quella di:
- ‘Casacalenda’: Residenza del XVIII secolo , essa fu voluta da Marianna di Sangro, duchessa di Casacalenda e di Campolieto. Fu fatta prima dall’architetto Mario Gioffredo e poi da Luigi Vanvitelli;
- ‘Petrucci’: Questo palazzo fu eretto sul finire del ‘300. Originariamente era stato la dimora di Bertrando del Balzo, Conte di Andria, e Beatrice d’Angiò, figlia del Re Carlo II e fu acquisito dal Petrucci, insieme ad altri edifici che occupavano l’intera insula ad occidente della chiesa di ‘S. Domenico Maggiore’, intorno al 1460.
- ‘Corigliano’: L’edificio fu eretto, con il nome di ‘Palazzo di Sangro di Vietri’, dall’architetto Giovanni Francesco Mormando nel XVI secolo per volontà di Giovanni di Sangro, allo scopo di celebrare al massimo il rango nobiliare della famiglia.
4. ‘Piazzetta Nilo’
La ‘Piazzetta Nilo’ è la piazza intitolata alla ‘Statua del ‘Dio del Nilo’ simbolo di prosperità e benessere, e fu eretta dagli Alessandrini , che in questo punto si stanziarono 2000 anni fa con botteghe e abitazioni.
L’imponente scultura, eretta tra il II-III secolo d.C., ritrae il fiume Nilo con le sembianze di un uomo possente e barbuto. Questi è semi-sdraiato su un fianco, circondato da puttini a simboleggiare le varie ramificazioni del fiume.
La piazza è detta anche ‘Largo Corpo di Napoli’. Tale denominazione è dovuta alle lunghe vicissitudini che la ‘Statua del Dio del Nilo’ subì, sparendo nel XV secolo, con la testa ‘decapitata’ nel XVII.
Ci furono lavori di restauro, e nel 1667 la ‘Statua del Dio del Nilo’ venne adagiata su un sedile in marmo. Sicuramente abbiamo a che fare con una testimonianza artistica che rappresenta l’essenza del centro antico e multiculturale di Napoli.
5. ‘San Gregorio Armeno’ e ‘San Biagio dei Librai’
Nelle zone di Napoli dette ‘San Gregorio Armeno’ e ‘San Biagio dei Librai’ sacro e profano si fondono insieme. Laddove tutto l’anno i pastori dei presepi di Natale cedono il posto alla moltitudine di corni rossi della tradizione scaramantica napoletana.
Sono le vie delle librerie, dei manufatti in ceramica, in legno, cuoio e vetro, che riempiono gli scaffali dei loro creatori affaccendati a venderli. Qui vi pervaderanno i profumi di incenso, e muschio, che si insinuano tra i banchi che vendono statuine dedicate a santi e personaggi popolari locali e non! Quest’ultima è un’usanza molto antica, perché nobili e ricchi borghesi si ordinavano la propria scultura ai figurinai come segno del loro potere.
6. ‘Ospedale delle Bambole’
Se i nostri giocattoli potessero parlare! Quanti ne abbiamo buttati via perch[ magari non erano più il nostro passatempo preferito. C’è invece chi se ne prende cura! Nell’era del digitale , si fa spazio un laboratorio incantato quello dell’ ‘Ospedale delle bambole’ di Tiziana Grassi , in cui si restaurano giochi e ricordi dei piccoli da 100 anni , costituendo un unicum in tutta Europa.
Luigi, il padre Tiziana Grassi , le lasciò in eredità il suo mestiere , che si inventò di sana pianta. Luigi era uno scenografo teatrale che si improvvisò restauratore di una bambola rotta allorché per caso una passante gliene consegnò una!
L ‘‘Ospedale delle bambole’ è ubicato all’interno del ‘Palazzo Marigliano’, uno dei palazzi più belli di Napoli . Esso è stato trasformato in un vero e proprio museo delle bambole. E funziona proprio come in un pronto soccorso per le persone: c’è una accettazione, barella, ambulatorio, uno strumento per le radiografie, una sala operatoria.
7. ‘San Lorenzo’
All’altezza di ‘Piazza San Gaetano’, l’area del foro greco-romano, si stagliano le basiliche di :
- ‘San Paolo Maggiore’: La basilica fu costruita sui resti del tempio dei Dioscuri di cui restano due colonne di ordine corinzio con i relativi architravi che caratterizzano la facciata principale
- ‘San Lorenzo Maggiore’: Il complesso religioso ospita l’allestimento del ‘Museo dell’Opera di San Lorenzo Maggiore’, che comprende inoltre l’accesso agli omonimi scavi archeologici.
Proprio in quest’ultimo punto gli scavi hanno riportato alla luce importanti resti classici e medioevali . C’è anche da visitare la famosa :
- ‘Napoli Sotterranea’ permette di sfogliare un passato di 2400 anni dall’epoca greca a quella moderna a 40 metri di profondità tra cunicoli e cisterne e per una estensione di circa 2 milioni di metri quadrati. Cave sotterranee, gallerie e bacini d’acqua , resti della guerra ed un teatro romano davvero incredibile. Più di 200 km di gallerie scavate nel tufo, usato come materiale da costruzione, poi utilizzate come acquedotto e come tunnel durante la guerra;
- ‘Teatro romano’: Si tratta di un sito archeologico che sorge nel cuore del ‘Centro storico di Napoli‘, accanto il ‘‘Vico Cinquesanti’. Ci sarebbe da fare ritornare alla luce un teatro dell’ età romana dell I secolo a.C. , che a sua volta si troverebbe su un preesistente edificio greco del IV secolo a.C., anch’esso probabilmente destinato alla rappresentazione teatrale.
- ‘Chiesa di Santa Maria del Purgatorio ad Arco’: La chiesa fu eretta nel 1616 su un progetto di Giovanni Cola di Franco e di Giovan Giacomo Di Conforto su commissione di diverse famiglie nobili napoletane e con l’obiettivo di realizzare un luogo di sepoltura per le persone povere della città, senza famiglia e senza casa;
- ‘Conservatorio di San Pietro a Majella‘: Questo è un’ istituto superiore di studi musicali fondato a Napoli nel 1808. È posto nell’ex convento dei celestini annesso alla ‘Chiesa di San Pietro a Majella’.
8. ‘Madonna con la Pistola di Banksy’
Il murales della ‘Madonna con la Pistola’ si trova nei pressi di via Duomo a Piazza dei Gerolomini è l’unico quadro urbano di sicura appartenenza al super quotato inglese Banksy . L’ artista sconosciuto più famoso al monto sostituisce l’aureola della Vergine con un revolver , come segno del legame profondo tra la criminalità e la fede a Napoli.
La ‘Madonna con la Pistola’ suscita anche un enorme impatto perché è accostata accanto ad un’altra Maria, disegnata con un’espressione rassegnata forse perché ha accanto una simile vicina! Solamente alcuni privanti hanno fiutato il potenziale da galleria della ‘Madonna con la Pistola’ e l’ hanno rivestita con del plexiglass, dato che il resto dei politici è assente !
9. Altarino di Maradona
Tra ‘Piazzetta Nilo’ e ‘Largo Corpo di Napoli‘ c’è il ‘Bar Nilo’ , ormai meta di pellegrinaggio dei tifosi dell’immortale Maradona. Al ‘Pibe De Oro’ il proprietario Bruno Alcidi ha omaggiato infatti un piccolo tempietto. Al suo interno mise una ciocca di capelli presa per caso durante una trasferta con il divino calciatore. Tutto era nato per gioco, ma adesso si fa sul serio. La voce si è diffusa velocemente e gli appassionati da ogno parte del globo arrivano apposta per venerare l’atleta che ha fatto sognare Napoli.
10. ‘San Gennaro’ di Jorit
A Napoli nei pressi ‘Forcella’ su un palazzo di ‘Piazza Crocelle ai Mannesi’, il patrono è protagonista di una tra le maggiori street art partenopee di Jorit . ‘San Gennaro’ , con il volto di un amico operaio dell’artista , è un murales di ispirazione caravaggesca alto più di 15 metri ed ha lo sguardo assorto verso l’alto.
‘Centro Storico di Napoli’ , cuore della città
Il ‘Centro Storico di Napoli’ , patrimonio dell’ ‘UNESCO’ dal 1995, comprende i quartieri di : ‘Avvocata’, Montecalvario’, ‘San Giuseppe’, ‘Porto’, ‘Pendino’, ‘Mercato’, ‘Chiaia’, ‘San Ferdinando’, ‘Stella’, ‘San Carlo all’Arena‘, ‘San Lorenzo’, ‘Vicarìa’, ‘Parte delle colline del ‘Vomero’ e ‘Posillipo’.
Il ‘Centro Storico di Napoli’ è un itinerario turistico da fare a piedi. Tra monumenti, muse, chiese, e vicoli, che trasudano secoli di storia, talora stratificati gli uni sugli altri, che rendono Napoli così vivace e caotica: dai Greci ai Romani, dai Bizantini agli Svevi-Normanni, dagli Angioini agli Aragonesi, dall’impero francese dei Borbone ai Bonaparte, da Garibaldi fino al Regno d’Italia.
‘Via Duomo’, tra sacro e profano a Napoli!
Tuttavia è ‘Via Duomo’ che racchiude le gemme più preziose di questo gigantesco bottino artistico e architettonico. Questa è lunga circa 1200 metri, parte da via Foria e termina in via Marina, da anni è interessata a lavori di riqualificazione che hanno riguardato la pavimentazione, l’arredo urbano e l’illuminazione.
‘Via Duomo’ potrebbe a ragione considerarsi una delle vie di riferimento per il settore commerciale dei matrimoni, e questo a partire già dal Novecento. Ci sono infatti numerosi atellier di abiti da sposa e cerimonia, e di tessuti pregiati per confezione di vestiti e camicie su misura. E ancora raffinate boutique di alta moda Italiana e di calzature, saloni di coiffeur, e studi fotografici.
Ed il profano ancora dei vari bar e ristoranti alla moda, si mescola al sacro di ‘Via Duomo’ , che abbraccia i tre ‘decumani’ dell’antica città greco-romana, diventandone il ‘cardine’ maggiore . Essa incarna il pieno sentimento religioso dei Napoletani con la meraviglia del ‘Duomo di Napoli‘ .
1 ‘Duomo di Napoli’
Il ‘Duomo di Napoli‘ è posto in ‘Via Duomo’ . Risale al 1300 e fu ordinato da Carlo II d’Angio ed è dedicato alla Santa Maria Assunta. Tecnicamente non è un esempio di Gotico al cento per cento, perché è una cattedrale che conta stili diversi dal Paleocristiano a venire. In particolare si evidenziano quello Rinascimentale e Barocco, che lo abbellirono durante le ricostruzioni a seguito dei terremoti del Trecento e Quattrocento.
La parte più interessante del complesso è a ‘Basilica di Santa Restituta’, dove si trova il battistero di ‘San Giovanni in Fonte’ considerato il più antico in occidente, e la cappella del ‘Tesoro di San Gennaro’ che conserva le reliquie del patrono San Gennaro. Qui viene celebrata il 19 Settembre la festa del santo con la solenne cerimonia della liquefazione del sangue del martire.
Vita Notturna a ‘Piazza Bellini’
La movida partenopea si svolge prevalentemente all’aperto, nei week-end e nei giorni della settimana, grazie ai numerosi locali e baretti alternativi. ‘Piazza Bellini’ è una delle aree più gettonate per ritrovarsi con gli amici per bere una birra o un bicchiere di vino . Ci sono ancora intorno le mura greche
6 posti da non perdere a ‘Piazza Bellini’
Ci sono diversi ritrovi culturali e caffè letterari che organizzano eventi live di vario tipo , tra questi da non farvi scappare sono:
- ‘Caffè Arabo’ , Piazza Bellini 74;
- ‘Caffè Letterario Intra Moenia5’, Piazza Bellini, 70;
- ‘Perditempo’ , vico S. Pietro a Maiella, 8;
- ‘Bourbon Street Jazz club’ , via V. Bellini, 52;
- ‘Kestè’ , via Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli, 27;
- ‘Mamamu Bar’ , via Sedile di Porto, 46.
Napoli è un mondo da vivere!
Napoli ha molto da offrire dal può di vista paesaggistico, artistico, culturale, enogastronomico. Non posso assolutamente negare che è un’impresa possibile visitarla in una settimana. Sicuramente il tempo è sufficiente per afferrare ciò che di magico c’è da esplorare.
Non basterebbe una vita per capire Napoli . E per questo che il mio consiglio e di andarci più spesso, magari in periodi che non siano l’alta stagione turistica. Insomma, sembra banale dirlo ma Napoli è Napoli , perché fa innamorare, e toglie il fiato. Si respira un’aria diversa che nel resto d’Italia, quasi più autentica, genuina. Napoli è colorata, anzi di “mille culure” proprio come diceva il tanto compianto Pino Daniele!